26.2.16

La protesta degli insegnanti

In molte realtà scolastiche gli insegnanti si stanno rifiutando di far parte del comitato di valutazione che dovrebbe erogare il famoso "bonus" premiale ai colleghi "più meritevoli". Le principali sigle sindacali caldeggiano la partecipazione per non rinunciare ad una importante forma di rappresentanza, ma questo vuol dire accettare le nuove regole assurde rinunciando ad un diritto lecito: rigettare il principio del comitato di valutazione non facendone parte. Le forti motivazioni degli insegnanti partono da una serie di presupposti: quali criteri stabilire, come fare a giudicare la qualità di un collega, perchè non usare i fondi per il rinnovo del contratto (fermo dal 2009), le pericolose dinamiche che si innescherebbero ecc. Resta comunque forte la convinzione che, se anche questa è un'arma di protesta contro la 107, bisogna impugnarla saldamente, in barba ai sindacati troppo accondiscendenti. Solo l'Unicobas fa sapere che intende appoggiare questa presa di posizione come forma di protesta. Per il resto la spontaneità di questo dissenso sta attivando il dibattito scuola per scuola, e sono sempre di più quelle che reputano giusto di dover rinunciare alla rappresentanza dei docenti all'interno del comitato di valutazione.

2 commenti:

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  2. Anonimo24.6.16

    Per me i soldi del regalo ( 500 euro) e i soldi del cosiddetto merito elargito dal DS, più i soldi regalati alle paritarie dovrebbero ( un miliardo di euro) anzi devono costituire la somma a disposizione per un aumento sariale decente per tutti, 112 euro mensili dopo anni di stasi contrattuale e blocco degli scatti. Invece della miseria che si profila circa 10 euro al mese. Poi uno a teatro al cinema o a comprare il computer ci vada con i soldi suoi. Non stiamo ad arricchire le industrie dei computer tra l'altro tutte straniere.

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